Il presidente americano Donald Trump torna a far parlare di sé. Questa volte non si tratta di Medioriente o Asia Minore, che esula ovviamente dalle nostre competenze, e nemmeno dei nuovi dazi sui prodotti italiani, ai quali comunque l’Italia inizia a rispondere, grazie in primis al Consorzio del Parmigiano Reggiano, in barba alla potentissima lobby lattiero-casearia a stelle e strisce, bensì di educazione alimentare nelle scuole.
LA (DIS)EDUCAZIONE ALIMENTARE DELLE SCUOLE AMERICANE
Nel leggendario docu-film “Supersize Me”, aldilà dei tre pasti giornalieri consumati da McDonald’s per un mese intero, chi non ricorda la parte nella quale il regista/interprete Morgan Spurlock faceva visita alle scuole per constatare la completa diseducazione alimentare imperante nel regime scolastico a stelle e strisce?
Mense scolastiche nelle quali i menù settimanali erano un miraggio e i nutrizionisti delle figure mitologiche, con gli studenti liberi di servirsi di hamburger, patatine, snacks confezionati, bevande gassate e pizza, che resta uno dei cibi migliori al mondo ma come tutte le cose da consumarsi con moderazione.
Per ovviare a tale problema e ridurre il rischio di obesità e diabete, l’ex First Lady Michelle Obama aveva lanciato un programma, denominato “Healthy, Hunger-Free Kids” che aveva l’obiettivo di aumentare l’offerta di frutta e verdura, servire latte scremato, incentivare il consumo di cereali integrali, e ridurre l’utilizzo di grassi saturi e sale nelle mense scolastiche.
Provvedimenti che rischiano di essere vanificati dall’ultimo colpo di teatro del presidente Trump, con la ex first lady che oltre il danno, potrebbe subire anche la beffa.
STOP A FRUTTA E VERDURA, SPAZIO A HAMBURGER E PATATINE FRITTE
Lo scorso 17 gennaio, giorno del 56esimo compleanno di Michelle Obama, l’attuale inquilino della casa bianca ha approvato un provvedimento che mira a cancellare quanto di buono fatto dalla precedente gestione in fatto di educazione alimentare.
Brandon Lipps, sottosegretario della USDA, il dipartimento dell’agricoltura responsabile dei programmi nutrizionali di 30 milioni di studenti in 99.000 scuole statunitensi, ha proposto nuove regole per l’alimentazione nelle mense scolastiche.
In sostanza il provvedimento mira a ridurre l’offerta di frutta e verdura, a non imporre limitazioni su sali, grassi e farine raffinate, invogliando gli studenti a servirsi di hamburger, patatine e pizza.
Ma se l’iniziativa appare già di per sé quantomeno discutibile, alquanto risibili appaiono le motivazioni che ne hanno accompagnato l’annuncio: dal confronto nutrizionale tra patate e banane, passando per il ridotto appeal dei cibi naturali fino a un non meglio identificata lotta allo spreco.
La faccenda ha già suscitato ovviamente diverse polemiche in patria e farà sicuramente parlare ancora di sé.
Antonio Iannone