Vinitaly 2020, s’ha da fare o no?

Chi si schiera per il sì con date a oggi ipotizzate 14-17 giugno, chi invece auspica un rinvio al 2021. Dopo il 3 aprile Vinitaly scioglie le riserve, ma la scelta definitiva dovrà tener conto dello scenario globale
Vinitaly 2020, s’ha da fare o no?

Dal quartiere scaligero arriva l’autorevole voce di Giovanni Mantovani, direttore di Verona Fiere: «… non si può vivere alla giornata, ma non si possono neanche cambiare i piani ad ogni flash di agenzia. C’è un termine che aiuta tutti, ed è quello del 3 aprile indicato dal Decreto del Governo: in questo lasso di tempo è chiesto tutti noi di adoperarci per il contenimento della diffusione del virus. Intanto, stiamo tenendo ferma la data del 14-17 giugno». Dello stesso parere Coldiretti, i Consorzi, Uiv e Federdoc.

«Sono allineato alla posizione del direttore Mantovani – dichiara Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg -. La decisione sarà presa dopo il 3 aprile. Stiamo vivendo in un momento di totale incertezza, più il tempo passa e più le preoccupazioni aumentano. La scelta dovrà essere fatta valutando lo scenario internazionale che via via si sta profilando, proprio per la caratura internazionale di Vinitaly».

C’È CHI DICE NO

Tra i fautori del rinvio al 2021, abbiamo la Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti. La presidente Matilde Poggi ha chiesto a Verona Fiere lo slittamento al 2021 di Vinitaly. La richiesta, presentata il 10 marzo durante il confronto tra Verona Fiere e i Presidenti di filiera, arriva per l’effettiva difficoltà delle cantine a conduzione familiare di essere fisicamente presenti nelle nuove date di giugno, periodo in cui il lavoro in vigna è tanto, ma anche per la situazione di emergenza che coinvolge in questo momento non solo il nostro Paese, ma anche altri Stati europei e del resto del mondo.

Matilde Poggi, presidente di Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti

«Ci siamo confrontati internamente sulla questione di un Vinitaly a giugno – dichiara Matilde Poggi e la maggioranza dei 220 vignaioli che avevano già dato adesione alla fiera si è detta favorevole ad uno slittamento al 2021. Se, nonostante la nostra richiesta, Vinitaly 2020 verrà confermato, ci riserviamo di avviare un confronto con Verona Fiere per valutare a fine emergenza i termini di una nostra eventuale partecipazione». Una posizione da tener presente considerato che la Federazione rappresenta 1.300 produttori per un totale di 13.000 ettari di vigneto. Dopo qualche giorno anche l’altolà di Federvini, con Piero Mastroberardino, presidente del gruppo vini di Federvini e di Grandi Marchi.

Un no deciso anche da parte di Filippo Antonelli, cantine Antonelli San Marco, di Montefalco (Pg), e Castello di Torre in Pietra (vicino Roma): «Sono favorevole al rinvio al 2021, le cantine sono alla prese con la sopravvivenza, tutto è da riorganizzare per la ripartenza e gli americani e altri buyer di altri Paesi non verranno mai a giugno. Ci vorranno mesi per rimetterci al passo, nessuno ha la testa per pensare a un’ipotesi Vinitaly a giugno. Chi si sogna di venire in Italia da qui a pochi mesi?».

Filippo Antonelli, cantine Antonelli San Marco

Non vede le condizioni per un rinvio neppure Roberto Ceraudo, cantina Dattilo, di Strongoli Marina (Crotone): «Ormai dobbiamo pensare al 2021 per il Vinitaly. Adesso chi viene? Dall’estero nessuno. Anche tra gli italiani ci sarebbe ancora la paura di partecipare e le cantine al momento sono impegnate con altre cose. Se lo fanno a giugno noi non ci saremo».

Roberto Ceraudo, cantina Dattilo

 SI VIVE ALLA GIORNATA

Fabio Piccoli, giornalista esperto di comunicazione e marketing del settore vitivinicolo, founder di Wine Meridian, tiene palla al centro. «Faccio molta fatica ad avere un’opinione chiara in questa fase perché stiamo vivendo veramente alla giornata e sfido chiunque ad avere un’idea precisa di come saremo messi a giugno. È ovvio che tutti abbiamo la speranza che le cose saranno finalmente risolte in Italia ma non possiamo essere certi oggi che quello che stiamo vivendo noi ora e prima di noi in Cina non lo vivranno in altre parti del mondo o magari nella stessa Europa. Se pertanto dobbiamo dare voce all’incertezza è chiaro che la scelta sarebbe solo quella di spostare tutto al 2021. Io però adesso non avrei l’ansia di scegliere aspetterei comunque i primi di aprile quando avremo qualche indicazione in più perché concordo che se Vinitaly si tenesse a giugno significherebbe che tutto il mondo, la nostra comunità umana avrebbe vinto! Essere ottimisti adesso è importante per sconfiggere questo nemico subdolo e invisibile».

Questo il quadro, non ci resta che aspettare, consapevoli che si sta navigando a vista! Al prossimo aggiornamento!

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