Gli italiani si preparano al ritorno dell’away from home

Tradelab presenta i risultati dell’analisi sui consumi fuori casa degli italiani nel post coronavirus, dalla quale emergono la voglia di 'normalità', la classifica dei consumi irrinunciabili, le nuove preoccupazioni per la salute

Con l’avvio della ‘fase 2’ ormai imminente, il mondo del fuori casa inizia ad immaginare tempi e modalità di quello che si annuncia come un graduale ritorno ad una sorta di normalità in attesa del post-coronavirus vero e proprio. A questo proposito, TradeLab ha pubblicato i risultati di un’analisi volta ad individuare come gli italiani immaginano il periodo del ritorno alle attività away from home.

La premessa è che ci troveremo a vivere in un contesto totalmente diverso, dove bisognerà convivere con il Covid-19 in attesa del vaccino o di una terapia farmacologica efficace. Un momento di forte discontinuità, che produrrà notevoli cambiamenti nei comportamenti, in particolare fuori casa, e nei rapporti fra gli individui. Molte le nuove sfide che tutti gli attori della filiera away from home si troveranno ad affrontare: vincoli produttivi, spazi da riformulare, attività da riprogettare, clienti da rifidelizzare e rassicurare, risvolti psicologici, nonché fare i conti con la crisi economica che ne seguirà.

Dopo l’emergenza, dunque, un cambio di paradigma: un life style che avrà senza dubbio dei tratti di continuità con il passato ma che si connoterà con nuovi elementi, con riferimento, in primis, alle attività fuori casa degli Italiani.

RITORNO ALL’AWAY FROM HOME: QUANDO E COME?

Secondo l’indagine di TradeLab prevarrà la cautela, ma con differenze territoriali. E il ritorno al canale away from home non sarà immediato. Ben 8 Italiani su 10 ritengono che torneranno a frequentare bar e ristoranti con cautela, e solo quando potranno farlo in totale sicurezza. Sarà, dunque, cruciale per i gestori all’inizio della fase 2 riuscire a rassicurare la clientela. I romani si dicono più propensi a un ritorno immediato ai consumi fuori casa (31%) rispetto ai milanesi (18%): questo dato dimostra come la propensione a frequentare bar e ristoranti dipenderà anche dall’intensità con cui le diverse aree del Paese hanno vissuto l’emergenza sanitaria.

La voglia di normalità è però tanta, al punto di rinunciare alla propria privacy, almeno nella fase iniziale di restart. Secondo l’analisi, oltre 7 italiani su 10 si dichiarano disposti a trasmettere dati sensibili per tornare più velocemente a condurre una vita normale. “Sì, nessun problema alla condivisione” per 3 italiani su 10, con picchi di consenso nelle fasce della popolazione più colpite dall’emergenza Covid-19: a Milano e fra la popolazione più anziana (over 56). “Sì, ma solo per un periodo definito” per 4 italiani su 10.

Dopo le discoteche e i locali serali, fra i luoghi percepiti come meno sicuri nel post lockdown ci sono i bar, probabilmente per la promiscuità dell’utilizzo del bancone e gli elevati livelli di affollamento in alcuni momenti della giornata. I ristoranti invece sono decisamente percepiti come più sicuri: a rassicurare i possibili avventori è la maggiore possibilità di controllare le distanze. Segnale decisamente positivo per il turismo: quasi tutti i rispondenti ritengono l’hotel il luogo fuori casa più sicuro.

IL FUORI CASA RESTA IRRINUNCIABILE

Per 6 italiani su 10 i consumi fuori casa sono irrinunciabili, nonostante sia presente anche tra questi la preoccupazione per la situazione economica personale (4 italiani su 10). Il 40%, anche se abbastanza preoccupato per la prossima recessione, non intende rinunciare al piacere di consumare fuori casa e il 21% ritiene che la propria situazione economica non cambierà dopo l’emergenza sanitaria e continuerà con le abitudini away from home di sempre. Il 39% degli italiani si dichiara invece molto preoccupato rispetto alla situazione economica personale post coronavirus e disposto/costretto a limitare i consumi fuori casa.

DI NUOVO AL BAR, IN PIZZERIA O ALL’APERITIVO: CHI E DOVE

Preoccupazione per la salute ma anche tanta voglia di tornare a prendere un caffè al bar, mangiare una pizza o bere un aperitivo con gli amici. I baby boomer hanno voglia di tornare nei ‘loro bar’ a bere un caffè (45%), la generazione Z sta aspettando di uscire a prendere un aperitivo con gli amici (27%), mentre la voglia di pizza mette d’accordo tutti, giovani e meno giovani.

Milano si conferma la capitale del ‘bere’: il 23% dei residenti ha dichiarato di aver soprattutto voglia di bere un aperitivo contro il 14% dei romani. Roma in compenso è la capitale del ‘caffè’: 3 romani su 10 sono in attesa di tornare a berlo al bar contro 2 milanesi su 10.

LE SFIDE PER LA RISTORAZIONE

Molte le nuove sfide che il settore della ristorazione e tutti gli attori della filiera away from home si troveranno ad affrontare. Dentro questo scenario gli italiani premieranno i locali che sapranno garantire la presenza di pochi avventori in contemporanea (75%), una perfetta pulizia (59%), il rispetto delle norme (53%) e la distanza tra i tavoli (50%).

Nella fase di riapertura ci sarà un away from home più intimo, fatto di consumi individuali o di gruppi ristretti. Per ben 6 italiani su 10 saranno gli amici, quelli più stretti, le persone con sui si desidererà condividere le proprie future occasioni di consumo fuori casa. Seguono i familiari, indicati da un intervistato su due.

Si sceglieranno locali conosciuti, gestiti da persone di cui ci si fida. Quasi un Italiano su due (45%) punterà sulla fiducia e la conoscenza personale del gestore. Più in generale, il 70% degli italiani tornerà a frequentare locali conosciuti o già frequentati in passato.

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