LA CITTÀ CAMBIA VOLTO
Il progetto di Impreme, società di Real estate development prevede per i prossimi 5 anni la costruzione di 2500 appartamenti distribuiti in 5 municipi della città di Roma, garantendo una presenza diffusa sul territorio della Capitale. «Realizzare un piano che prevede questi volumi di sviluppo significa, innanzitutto, pensare a come riuscire a creare valore su segmenti importanti della città contemporanea – spiega Erasmo Mormino, CIO di Impreme –. La sfida per noi, ormai, non è più soltanto legata alla qualità dell’ambiente edificato, su cui continuiamo a investire in termini di ricerca e innovazione, ma soprattutto all’ecosistema di servizi che dobbiamo essere in grado di fornire ai nostri utenti e alle comunità che ospitano i nostri interventi».
Impreme, come sottolinea Mormino, «ha fatto dell’approccio all’innovazione sociale il principio del design strategico del modello di business. Il valore dei nostri interventi è legato indissolubilmente alla qualità della vita che riusciamo a garantire. Inoltre, ricerchiamo sempre di più una caratterizzazione identitaria dei nostri interventi perché il nostro obiettivo è trovare un legame forte relazionale con la comunità. E il cibo è sicuramente un entry point fondamentale di questa relazione che vogliamo portare all’interno dei nostri progetti».
IL CIBO AL CENTRO DELLA COMUNITÀ
Il cibo diventa, quindi, un fattore fondamentale all’interno della rigenerazione urbana. «Il lavoro portato avanti da PwC New Ventures e Impreme – dichiara Domenico Agnello, Associate Partner di PwC – mira a offrire un nuovo design degli spazi non soltanto rivolto all’ecosistema residenziale ma anche a chi si inserisce negli spazi commerciali. I prototipi di innovazione su cui abbiamo iniziato a lavorare sono tre: food, industria culturale e creativa e sostenibilità e verde produttivo».
In tale ambito, PwC New Ventures e Impreme hanno immaginato di costruire nuovi modelli di vivere il cibo, le Disruptive Kitchen, spazi intesi come laboratori sociali aperti, dove l’esigenza di convivialità di cibo, la creazione di spazi sociali e i trend del delivery si incontrano. «L’emergenza legata al Coronavirus – prosegue Agnello – sta portando a rivedere sia l’organizzazione dei nostri sistemi sociali, sia attività e servizi che vi girano attorno. In questo senso la Disruptive Kitchen diventa un modello da sviluppare in co-design che coniuga quattro fattori abilitanti: socialità, tracciabilità, tecnologie e logistica».
La creazione dei nuovi spazi delle Disruptive Kitchen prevede il lancio della Kitchen Call rivolta ai principali food player con l’obiettivo di co-disegnare il nuovo modello di business. La Kitchen Call è aperta a chef, ristoranti, aziende e startup del settore food per ridisegnare il modo con cui i food brand approcciano il mercato e sfruttano trend tecnologici e sociali.
Cosa aspetti? Potrai fornire contributi riguardo al modello di business delle Disruptive Kitchen ed entrare in un percorso di realizzazione di un concept innovativo unico che apre l’opportunità di esplorare nuovi mercati potenziando la tua presenza geografica.
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