Il mercato del fuori casa non accenna a crescere e il mondo dei pubblici esercizi presenta ancora grandi difficoltà dopo 3 settimane dalla riapertura: -53,5% (-54,8% per i ristoranti e -49,9% per i bar) è il calo dei fatturati secondo l’ultima indagine di Fipe-Confcommercio.
POCHE LUCI E TANTE OMBRE
Incassi più che dimezzati, quindi, rispetto al periodo pre-Covid. Secondo Fipe, la situazione resta critica anche per l’occupazione: solo nel 30% delle aziende è tornata al livello precedente il lockdown, mentre nel 31,5% il personale impiegato è ancora inferiore del 50% o più.
Sempre in base ai dati emersi dall’indagine, il 94,9% dei bar e l’89,4% dei ristoranti risultano in attività, mentre rispettivamente il 3,1% e il 7,3% sono in procinto di farlo. Inoltre, il 2% dei bar e il 3,3% dei ristoranti dichiarano di restare ancora chiusi anche nel prossimo futuro.
Secondo Fipe, pur in presenza di un miglioramento del sentiment degli imprenditori sull’andamento dell’attività (9,9% della prima settimana vs. il 17,2% della terza), più della metà degli intervistati (circa il 54%) dà ancora un giudizio fortemente negativo e meno della metà degli intervistati (46,1%) si dichiara soddisfatto di aver riaperto.
Forte incertezza anche sul futuro: il 66,5% ritiene che non riuscirà a tornare ai volumi di attività pre-Covid.
Per il 53,5% delle aziende intervistate a mancare sono soprattutto i turisti, in particolare stranieri, ma il restante 46,5% lamenta anche la mancanza di clientela residente.
Il focus dell’indagine si è poi spostato sugli aiuti messi in campo dalle Istituzioni, con particolare riferimento ai prestiti garantiti previsti dal DL liquidità. Il 65,1% delle aziende ha fatto ricorso a questa misura, il 51,7% per un importo fino a 25.000 euro, il 13,4% per un importo oltre i 25.000 euro. Tuttavia solo il 56,8% ha già ottenuto il prestito richiesto.
«Il bilancio a tre settimane dalla riapertura conferma tutte le nostre preoccupazioni sulla capacità di tenuta delle imprese dinanzi ad una ripartenza difficile e per molti aspetti attesa. – dichiara Aldo Cursano, Vicepresidente Vicario di Fipe –. Con un calo del fatturato di oltre il 50% nessuna impresa riuscirà ad andare avanti a lungo senza misure di sostegno sul versante dei costi e senza una robusta capacità finanziaria. Per questo stiamo continuando a chiedere interventi sul costo del lavoro, su canoni di locazione e Imu e sulle scadenze fiscali in attesa che la domanda torni ad un livello che permetta alle imprese di reggersi sulle proprie gambe. Ma sapendo che di turisti stranieri ne vedremo pochi per un periodo ancora lungo dovremo necessariamente puntare sulla domanda interna con una comunicazione rassicurante e con iniziative di promozione stimolanti».