Brusco calo dei prezzi all’ingrosso della carne nella Fase 2 dell’emergenza, a causa della lenta ripartenza del settore della ristorazione. Le famiglie non hanno rinunciato alla prima frutta estiva, disponibile già ad aprile grazie all’aumento delle temperature. A maggio, rispetto ad aprile, l’indice mensile elaborato da Unioncamere e BMTI a partire dai prezzi rilevati dalle Camere di commercio e dai mercati all’ingrosso, mostra il netto ribasso delle carni di suino (-11,8%), di pollo (-12% comunque in lieve ripresa nella seconda metà del mese) e di tacchino (-9,8%). In calo anche le carni bovine (-1,5% rispetto ad aprile) a causa di un basso livello della domanda.
Per quanto riguarda le commercializzazioni nei mercati all’ingrosso, al termine della quarantena è stata osservata poca richiesta di prodotti invernali e primaverili a favore della prima frutta estiva, come drupacee (alberi da frutta tra cui pesco, susino, albicocco, mandorlo e ciliegio), angurie e meloni. L’aumento delle temperature ha favorito sia la produzione di questi prodotti sia la domanda da parte del consumatore portando, di conseguenza, ad un incremento dei prezzi, anche rispetto allo scorso anno, in particolare per ciliegie e nettarine.
LA RIAPERTURA DELL’HORECA E GLI EFFETTI SUI PREZZI
La riapertura del canale Horeca ha segnato rialzi per i prezzi all’ingrosso del latte spot ( latte sfuso in cisterna che viene commercializzato settimanalmente al di fuori degli accordi inter-professionali tra produttori e industria) e della panna. Nella seconda metà di maggio si sono registrati incrementi anche per il burro che, tuttavia, rispetto ad aprile è sceso dell’11,5%.
La ripresa dei prezzi di questi prodotti ha beneficiato anche dell’avvio della misura dell’ammasso privato per burro, cagliate e formaggi introdotta dalla Commissione Europea per fronteggiare la crisi causata dall’emergenza Covid-19. Su base annua rimane però forte il calo dei prezzi: -20/25% per latte spot e panna e oltre – 40% per il burro. Ancora in calo i formaggi stagionati (-3,4% rispetto ad aprile), complice l’ulteriore ribasso del Grana Padano Dop e del Parmigiano Reggiano Dop che hanno risentito del rallentamento delle esportazioni, soprattutto verso gli Stati Uniti, e della crescita della produzione già osservata nei primi mesi dell’anno.
Nonostante la progressiva riapertura dei locali di ristorazione, il mercato vinicolo all’ingrosso rimane debole, sia per quanto riguarda i vini comuni che per i vini a denominazione, soprattutto di fascia medio-bassa. Stabilità per gli oli di oliva e per le farine. Dopo i rialzi di aprile, anche per i prezzi all’ingrosso del riso prevale una maggiore stabilità: in particolare per le varietà da risotto.