Il contratto dei rider. Difficile, nelle ultime settimane, non aver letto nulla al riguardo, sia nella stampa di settore che generalista.
Tutto sembra essere iniziato a metà settembre, con l’annuncio del primo CCNL firmato da Assodelivery e la sigla UGL. Contratto osteggiato dal Ministero del Lavoro e dai Sindacati Confederati che hanno espresso più di una perplessità.
In mezzo a tale marasma, Just Eat ha annunciato che dall’anno venturo le cose cambieranno, e in meglio, per i rider, annunciando al contempo l’uscita proprio da Assodelivery mentre Panino Giusto ha confermato la svolta green.
LA CARICA DEI 30.000…AUTONOMI O DIPENDENTI?
Senza addentrarsi troppo in tematiche di stampo sindacale o politico, la situazione, ben lungi dall’essere risolta in tempo brevi, ruota tutta attorno allo status lavorativo dei 30.000 rider italiani (fonte Assodelivery).
Da una parte vi è il sopracitato CCNL, con il quale i fattorini sarebbero a tutti gli effetti dei lavoratori autonomi, dall’altra il contratto della logistica grazie al quale i rider godrebbero dello status di lavoratori dipendenti, con tutte le tutele del caso. Quest’ultimo contratto ha 20 associazioni firmatarie, tra cui Assologistica e Legacoop e 4 sigle da parte sindacale, CGIL e UIL su tutte.
IL FUTURO È IBRIDO?
Inutile dire come nel comparto horeca siano diversi gli operatori che caldeggiano quest’ultima opzione, in quanto un rider contento e ben retribuito sarà certamente un rider che lavorerà meglio.
L’azienda toscana Runner Pizza, pioniera della consegna a domicilio della pizza, adotta una soluzione per certi versi ibrida, con una retribuzione su base oraria alla quale si aggiungono degli incentivi legati al numero di consegne effettuate.
“Puoi fare anche la pizza più buona al mondo – ha dichiarato Tiziano Capitani, socio e amministratore unico, al Sole24 Ore – ma la consegna dev’essere perfetta. E questa è una delle ragioni che ci ha spinto a trovare una soluzione”.
MANTENERE L’AUTONOMIA
A favore del nuovo CCNL c’è ANAR Associazione Nazionale Autonoma Rider. Abbiamo raggiunto Nicolò Montesi, rider e portavoce dell’associazione.
“La domanda alla quale bisogna rispondere per capire il nuovo CCNL rider è solo una” – afferma Nicolò:” Di cosa hanno veramente bisogno i rider? Alla quale l’unica risposta corretta è: mantenere l’autonomia. Questa è stata e rimane tutt’ora la reale necessità della maggior parte dei lavoratori. Il nuovo CCNL rider siglato dalla UGL parte da questo presupposto per poi delineare tutta una serie di tutele che prima del contratto non avevamo”.
Nicolò espone quali sono i punti di forza del nuovo contratto: “Un minimo salariale, 3 assicurazioni diverse per la sicurezza del lavoratore, sistemi premiali in base agli ordini effettuati e molto altro ancora. Il rider è il primo lavoratore autonomo in Italia ad avere un proprio contratto che ne disciplina il lavoro è tutto ciò è stato possibile grazie all’Unione di noi lavoratori a livello nazionale per portare a termine un percorso durato 5 anni e dove si è parlato e straparlato di noi, inspiegabilmente senza la nostra presenza”.
COLLETTIVI…MA DI CHI?
Nicolò continua parlando dei cosiddetti collettivi dei rider, balzati agli onori delle cronache per le manifestazioni degli ultimi giorni.
“Nostri antagonisti sono i collettivi che con il nostro lavoro c’entrano ben poco e che non rappresentano la categoria nella maniera più assoluta portando come cavallo di battaglia tutta una serie di falsità e finzioni sul funzionamento e lo svolgimento del nostro lavoro. Ecco perché c’era bisogno di mettere ordine tra il disordine creato da questi “rider” proclamatosi da soli “rappresentanti” della nostra categoria. Ora noi Rider abbiamo un contratto, un’identità forte che prima non c’era con la quale possiamo continuare a lavorare. Senza questo contratto, dal 3 di Novembre, cosa sarebbe successo?”.
Non abbiamo elementi per giudicare chi delle due fazioni abbia ragione.