Il dicembre nero della ristorazione non è un’indesiderata prerogativa italiana. Nel resto d’Europa le restrizioni imposte per fronteggiare i contagi da coronavirus sono altrettanto rigide e limitano l’attività del fuori casa in quello che è considerato il periodo dell’anno più redditizio. Per intenderci, in Italia questo mese genera mediamente, come reso noto da Fipe, un quinto dell’intero fatturato di un’impresa ristorativa. Vediamo dunque cosa succede al di fuori dei nostri confini nazionali.
IN FRANCIA SI RIPARTE DAL 20 GENNAIO
In Francia, bistrò, bar e ristoranti torneranno ad accogliere commensali soltanto a partire dal prossimo 20 gennaio. I bar addirittura 10 giorni più tardi. In entrambi i casi, la riapertura è condizionata al numero di contagi, che dovranno obbligatoriamente attestarsi al di sotto dei 5 mila nuovi casi al giorno.
NIENTE PUBBLICO A DICEMBRE IN GERMANIA
Poco diversa la situazione in Germania, dove la cancelliera Angela Merkel ha programmato un ‘lockdown light’ che, se da un lato ha permesso alle scuole di riaprire in sicurezza, dall’altro non ha riconosciuto lo stesso diritto a ristoranti e bar, che rimarranno ‘verboten’ al pubblico per tutto dicembre.
TRIPLICE RIPARTIZIONE IN INGHILTERRA
In Inghilterra, il parlamento ha approvato la proposta del premier Boris Johnson in base alla quale, dal 2 dicembre, il territorio è stato suddiviso in tre aree a seconda del livello di contagio. Ognuna presenta le sue restrizioni: nella prima (tier 1) i locali rimangono aperti, ma alle 23 è obbligatorio abbassare la saracinesca, mentre la somministrazione è prevista solo al tavolo, impedendo quindi agli avventori di accomodarsi al bancone o girare per il locale; nella seconda (tier 2), l’orario è lo stesso, ma l’esercizio può rimanere aperto solo se opera come ristorante, non è cioè possibile ordinare un drink se non accompagnato da un pasto completo (regola che vale soprattutto per i pub); nella terza (tier 3), la più critica, pub e ristoranti rimangono chiusi, con l’unica possibilità di avvalersi di servizio di food delivery e asporto. Queste regole varranno fino al 16 dicembre, quando il governo inglese si riunirà a Downing Street per valutarne gli effetti di questo provvedimento sui contagi e, di conseguenza, decidere se prolungare o modificare tali regole territoriali.
In Scozia, invece, i pub e i ristoranti possono rimanere aperti, a patto di non essere in una zona del Paese a rischio 4 (in una scala da 0 a 4), mentre in Galles, dal 4 dicembre, si permetterà ai pub e ristoranti di riaprire, ma solo fino alle 18.
IN AUSTRIA TUTTO CHIUSO FINO AL 7 GENNAIO
Spostandoci in Spagna, la situazione è ancora in fase di studio e la scelta terrà conto del numero di casi di positività al coronavirus riportati nelle singole regioni del Paese. L’Austria ha invece deciso di non fare sconti al Covid e, per evitare una recrudescenza dei contagi, l’esecutivo di Vienna ha confermato la chiusura di tutte le attività ristorative fino al prossimo 7 gennaio, riconoscendo alle imprese del fuori casa la sola possibilità di proporre servizio di consegna a domicilio e di asporto.
OLANDA A PIENO REGIME DALLA METÀ DI DICEMBRE
In Belgio, dove il lockdown è iniziato lo scorso 30 ottobre, le saracinesche degli esercizi pubblici non saranno invece rialzate prima della metà di gennaio, come reso noto dal primo ministro Alexander De Croo. Nella vicina Olanda, i locali potranno ritornare normalmente in attività solo dal prossimo 15 dicembre, mentre nel confinante Lussemburgo ciò avverrà due giorni dopo.
LOCALI NORMALMENTE APERTI IN SVEZIA
Locali aperti normalmente in Svezia. Il Paese, salito alla cronaca per non avere imposto nessun tipo di lockdown dall’inizio della pandemia, prosegue in questa direzione e non chiude bar e ristoranti. Attualmente le uniche regole sono: divieto di vendere bevande alcoliche dopo l’orario delle 22, mentre ogni esercizio ristorativo non può accogliere a uno stesso tavolo più di otto clienti.