In attesa che il governa chiarisca definitivamente l’elenco di restrizioni che saranno applicate nella settimana tra Natale e Capodanno, Fipe-Confcommercio rilancia l’appello a scongiurare la chiusura totale in un periodo determinante per la ripersa dei consumi a livello nazionale.
SOLO LO 0,18% DEI CONTROLLI HA GENERATO SANZIONI
Dietro la richiesta si cela la certezza che i protocolli messi in campo finora siano sufficiente garanzia per permettere una regolare quanto ordinata circolazione dei cittadini all’interno di bar e ristoranti. “Nei mesi scorsi solo lo 0,18% dei 6,5 milioni di controlli effettuati nel complesso delle attività commerciali, ristorazione compresa, ha generato sanzioni“, spiega infatti Fipe. “Segno che i protocolli adottati a maggio sono stati rispettati e che le nostre imprese sono luoghi sicuri“.
IPOTESI DI ACCESSO SOLO SU PRENOTAZIONE
Un passo incontro alle esigenze di un ulteriore giro di vite è, tuttavia, suffragato dalle nuove proposte avanzate dalla stessa associazione. “Per noi la salute pubblica è al primo posto“, spiega l’organo di rappresentanza dei pubblici esercizi, “ma siamo pronti a fare di più, garantendo un maggiore distanziamento tra tavoli e concedendo a Natale e nel periodo festivo l’accesso ai ristoranti solo su prenotazione, dando così una mano sulla raccolta dei dati e rendendo più semplice ed efficace il tracciamento“.
MODELLO TEDESCO DA SEGUIRE ANCHE SUI RISTORI
In cambio Fipe-Confcommercio chiede al governo “di lasciarci lavorare, le nostre imprese non si possono spegnere dall’oggi al domani, come se fossero automobili: molti locali hanno già iniziato ad acquistare le merci per le feste e organizzato il personale. Chi li risarcirà in caso di chiusura?”.
E sul modello tedesco paventato da molti, con la ricorrente ipotesi che prevede un lockdown totale nel periodo delle feste, il messaggio è forte e chiaro. “Noi vogliamo lavorare, ma se il governo dovesse decidere di seguire il modello tedesco, si prepari a farlo al 100%“. Già, perché per il mondo della ristorazione il mese di dicembre vale 7,9 miliardi di euro, mentre i soli pranzi di Natale e Capodanno equivalgono a 720 milioni. Per ammortizzare queste perdite, “occorrono misure come quelle adottate in Germania: ristoro al 75% dei fatturati calcolato sui mesi di novembre e dicembre, riduzione dell’iva al 5% e tutela dagli sfratti”.