DoorDash, società americana di delivery e supporto allo sviluppo di nuove attività nel settore ristorazione, ha annunciato l’acquisizione della californiana Chowbotics, specializzata nella preparazione di cibi tramite robot, con un processo 100% automatizzato. Ne parla il Wall Street Journal, in un articolo a firma di Preetika Rana. L’obiettivo è integrare nel modello di business di DoorDash l’esperienza sviluppata da Chowbotics in ambito B2B: tra i partner della società ci sono infatti ospedali, università e negozi alimentari cui la start up, fondata nel 2014, fornisce tramite distributori automatici insalate pronte e bowls con cereali e diverse fonti di proteine, completamente personalizzabili.
UNA VENDING MACHINE INTELLIGENTE
“Dentro” la vending machine c’è Sally, un’intelligenza artificiale che è in grado di ricevere gli ordini, elaborarli e creare versioni personalizzate del mix preferito, con l’aggiunta di condimenti e toppings a piacere: «Le abbiamo dato un nome – spiega il CEO di Chowbotics Rick Wilmer – perché anche dietro un’esperienza completamente virtuale c’è il know how di chi conosce ingredienti e ricette e vogliamo mantenere l’idea del contatto umano, pur godendo dei vantaggi di un processo di preparazione e distribuzione efficiente, accessibile, sicuro».
PREPARAZIONI SENZA CONTAMINAZIONI
Daniel Penn, general manager di DoorDash, inquadra così l’operazione di acquisizione: «Un sistema come questo ci mette al riparo, innanzitutto, dai rischi di intossicazione alimentare e di contaminazione del cibo. E inoltre consente ai nostri partner di espandere il proprio menu e raggiungere nuovi target, senza farsi carico dei costi di apertura di un nuovo negozio o di allargamento dello spazio esistente». La scelta di DoorDash conferma la tendenza, da parte di sempre più operatori del food service, ad adottare soluzioni automatizzate per aumentare livello di servizio e ampiezza degli assortimenti: secondo ABI Research nel 2020 l’industria delle soluzioni di robotica per il consumatore ha generato ricavi per 10,4 miliardi di dollari, in crescita di 448 milioni rispetto alle stime pre pandemia.
GLI ESEMPI DI ROBOT-CHEF SI MOLTIPLICANO
E gli esempi di soluzioni di robotica applicate al foodservice si moltiplicano. La società Austin Automation Design ha sviluppato, a gennaio 2021, Tacomation, una linea di assemblaggio automatica che prepara tacos e burritos personalizzati secondo i desideri dei consumatori. Spyce’s è invece una cucina 100% robotizzata inserita in due punti vendita a Boston, in cui i consumatori possono assistere alla preparazione dei cibi nel wok e all’assemblamento nelle bowls tramite processi automatizzati. La società londinese Moley ha sviluppato un robot in grado di apprendere tecniche di preparazione di cibi semplicemente osservando il lavoro umano, mentre Little Ceasars ha un brevetto per un automa in grado di mettere pomodoro, mozzarella e farcitura sulla base della pizza.
UN FUTURO FATTO DI INTEGRAZIONE UOMO-MACCHINA
David Zito, co-founder and CEO di Miso Robotics, ipotizza per il futuro: «I robot entreranno sempre di più a far parte delle linee di cucina, in particolare nelle grandi catene commerciali. Affiancheranno gli chef nelle preparazioni, assolvendo a task semplici che però li sollevano dal controllo dei processi ripetitivi, consentendo loro di dedicarsi ad altro. Quando sono programmati correttamente, i robot lavorano meglio e in maniera più veloce e affidabile degli umani, ma non devono essere visti come una minaccia, anzi. Ecco perché preferisco chiamarli co-bots».